La Moka: preparare il caffè è uno stile di vita tutto Italiano
La moka fu ideata da Alfonso Bialetti nel 1933. Prima di questa data esistevano altri metodi di preparare e bere il caffè: ad esempio la macchina per l’espresso, inventata nel 1906, permetteva agli italiani di gustare il caffè soltanto al bar.
Le circostanze che originarono l’invenzione della moka non sono del tutto note e numerose sono le versioni che è possibile reperire anche da fonti autorevoli. Di certo si sa soltanto che il nome viene dalla città di Mokha nello Yemen, antica e celebre zona di produzione del caffè, dalla pregiata qualità arabica.
Altrettanto certo è che Alfonso Bialetti non trovò la sua idea in cucina, ma si ispirò a una tecnica di lavaggio dei panni mediante acqua calda e detersivo: l’acqua, bollendo in un contenitore più o meno grande, filtrava nella parte superiore dove si trovava il detersivo e la miscela si diffondeva uniformemente sui panni.
Com’è fatta una Moka?
La moka si compone di quattro elementi in alluminio:
- il bollitore o caldaia, di forma ottagonale per facilitare la presa anche nel caso fosse bagnato;
- un filtro dosatore, a forma di imbuto, in cui si mette il caffè;
- il raccoglitore, detto bricco, nel quale si raccoglie il caffè quando esce;
- un secondo filtro, posto alla base del raccoglitore, che impedisce che particelle solide si mescolino al liquido, garantendone la purezza.
A questi elementi si aggiunge una guarnizione e un manico in bachelite.